lunedì 29 ottobre 2012

33 Considerazioni conclusive


Considerazioni conclusive

                Quando ho iniziato a scrivere questo testo con una visione biologica derivante dalla mia lunga vita di Medico e di spettatore affascinato dal mondo, il mio obiettivo era quello di divulgare e far conoscere le semplici regole che sono alla base della Complessità, nuovo paradigma della realtà, considerando la sua origine, il suo divenire e la fine che tutte le reti di qualsivoglia struttura presentano.

          In forma elementare ho recepito ed ho voluto trasmettere i tanti esempi della nuova scienza dei sistemi emergenti, con la considerazione che quando si è abituati ad un qualcosa non si indaga sul perché avvenga; nessuno si meraviglia che la mela cada dall’albero fin tanto che qualcuno spieghi perché cade, facendo aumentare ancor più la meraviglia. La crescita di una pianta, l’evoluzione delle specie, l’origine della vita, la complessità di una società di formiche, l’esplosione di una nuova stella e tutte, ripeto tutte le dinamiche della realtà, sono studiate, indagate per arrivare al perché e per ripagare la nostra curiosità,  facendo aumentare la nostra soddisfazione di far parte di questa meraviglia.

          Poiché abbiamo la fortuna – si fa per dire – di vivere in un’epoca tumultuosa ed imprevedibile di scoperte e di nuove considerazioni emergenti e poiché siamo immersi nel mondo di internet, la rete delle reti: una sorta di incredibile possibilità di espansione della nostra conoscenza, dovremmo essere in grado di recepire in ogni campo dello scibile le regole unificanti che ci arricchiscono di una sempre più ampia e profonda visione del mondo.

          Durante la stesura di questo libro si è venuta a costituire dall’interazione tra il mio programma iniziale e la stesura stessa del testo, una sorta di sistema emergente che si è autorganizzato ne “I lati semplici della complessità. Struttura e dinamiche del mondo complesso”, che spero riesca a fornire almeno una nuova considerazione sul come interpretare le dinamiche della realtà, in tutti i suoi variegati ed inimmaginabili aspetti. 
        Inoltre le reti devono venir valutate anche nel tempo e non solo nello spazio; la nostra prima impressione è infatti quella di un’entità statica, che si estrinseca su di un piano, viceversa deve essere considerata dinamica e posta su piani diversi come fosse una ragnatela pluridimensionale; e questo vale per qualsivoglia fenomeno naturale. 
         Dinamiche tutte che seguono la legge universale di potenza.
     Abbiamo studiato la criticità latente e l’abbiamo considerata con capacità autorganizzative. Ora stiamo vivendo in un’epoca in cui la nostra “terra di mezzo” ed il nostro Universo rappresentano solo il quattro per cento dell’intera realtà universale e da poco stiamo iniziando a studiare la materia oscura e l’energia oscura. I confini si sono allargati a dismisura grazie all’astronomia ed alle ricerche del mondo subatomico, che forse potrebbero includere quelle realtà impalpabili e sfumate che a volte l’essere umano è capace di avvertire.
          Abbiamo intravisto con la fitness l’assonante comportamento delle reti ad invarianza di scala tra il nostro mondo “della terra di mezzo” e quello quantistico degli atomi. Potremmo altresì ipotizzare ulteriori connessioni, che potrebbero giustificare avvenimenti e dinamiche, che nella nostra realtà della “terra di mezzo” emergono, e che, considerati col nostro giudizio “normale”, risultano inspiegabili.
          Ciononostante dobbiamo prendere in considerazione le enormi capacità emergenti, che per fortuna illuminano menti superiori, al di fuori di una normalità giustificativa, e noi essere consci della possibilità di una spiegazione scientifica del respiro dell’Universo e dell’Unitarietà dei Mondi. Se la realtà fosse strutturata con queste “semplici” leggi e la semplicità – ricordo – deriva dalla comprensione e dalla conoscenza profonda della realtà, quel pensiero di Einstein con cui ho iniziato la prefazione: ”La cosa più incomprensibile dell’Universo è che sia comprensibile”, dimostra la profonda assonanza tra la nostra mente, i prodotti della mente e le regole dell’Universo, giustificabili finalmente con le regole dell’Universo stesso.                                                 


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