Considerazioni
conclusive
Quando ho iniziato a scrivere questo
testo con una visione biologica derivante dalla mia lunga vita di Medico e di
spettatore affascinato dal mondo, il mio obiettivo era quello di divulgare e
far conoscere le semplici regole che sono alla base della Complessità, nuovo
paradigma della realtà, considerando la sua origine, il suo divenire e la fine
che tutte le reti di qualsivoglia struttura presentano.
In
forma elementare ho recepito ed ho voluto trasmettere i tanti esempi della
nuova scienza dei sistemi emergenti, con la considerazione che quando si è
abituati ad un qualcosa non si indaga sul perché avvenga; nessuno si meraviglia
che la mela cada dall’albero fin tanto che qualcuno spieghi perché cade,
facendo aumentare ancor più la meraviglia. La crescita di una pianta,
l’evoluzione delle specie, l’origine della vita, la complessità di una società
di formiche, l’esplosione di una nuova stella e tutte, ripeto tutte le dinamiche
della realtà, sono studiate, indagate per arrivare al perché e per ripagare la
nostra curiosità, facendo aumentare la
nostra soddisfazione di far parte di questa meraviglia.
Poiché
abbiamo la fortuna – si fa per dire – di vivere in un’epoca tumultuosa ed
imprevedibile di scoperte e di nuove considerazioni emergenti e poiché siamo
immersi nel mondo di internet, la rete delle reti: una sorta di incredibile
possibilità di espansione della nostra conoscenza, dovremmo essere in grado di
recepire in ogni campo dello scibile le regole unificanti che ci arricchiscono
di una sempre più ampia e profonda visione del mondo.
Durante
la stesura di questo libro si è venuta a costituire dall’interazione tra il mio
programma iniziale e la stesura stessa del testo, una sorta di sistema
emergente che si è autorganizzato ne “I lati semplici della complessità.
Struttura e dinamiche del mondo complesso”, che spero riesca a fornire almeno
una nuova considerazione sul come interpretare le dinamiche della realtà, in
tutti i suoi variegati ed inimmaginabili aspetti.
Inoltre le reti devono venir
valutate anche nel tempo e non solo nello spazio; la nostra prima impressione è
infatti quella di un’entità statica, che si estrinseca su di un piano,
viceversa deve essere considerata dinamica e posta su piani diversi come fosse
una ragnatela pluridimensionale; e questo vale per qualsivoglia fenomeno
naturale.
Dinamiche tutte che seguono la legge universale di potenza.
Abbiamo
studiato la criticità latente e l’abbiamo considerata con capacità
autorganizzative. Ora stiamo vivendo in un’epoca in cui la nostra “terra di
mezzo” ed il nostro Universo rappresentano solo il quattro per cento
dell’intera realtà universale e da poco stiamo iniziando a studiare la materia
oscura e l’energia oscura. I confini si sono allargati a dismisura grazie
all’astronomia ed alle ricerche del mondo subatomico, che forse potrebbero
includere quelle realtà impalpabili e sfumate che a volte l’essere umano è
capace di avvertire.
Abbiamo
intravisto con la fitness l’assonante comportamento delle reti ad invarianza di
scala tra il nostro mondo “della terra di mezzo” e quello quantistico degli
atomi. Potremmo altresì ipotizzare ulteriori connessioni, che potrebbero
giustificare avvenimenti e dinamiche, che nella nostra realtà della “terra di
mezzo” emergono, e che, considerati col nostro giudizio “normale”, risultano
inspiegabili.
Ciononostante
dobbiamo prendere in considerazione le enormi capacità emergenti, che per
fortuna illuminano menti superiori, al di fuori di una normalità
giustificativa, e noi essere consci della possibilità di una spiegazione
scientifica del respiro dell’Universo e dell’Unitarietà dei Mondi. Se la realtà
fosse strutturata con queste “semplici” leggi e la semplicità – ricordo –
deriva dalla comprensione e dalla conoscenza profonda della realtà, quel
pensiero di Einstein con cui ho iniziato la prefazione: ”La cosa più
incomprensibile dell’Universo è che sia comprensibile”, dimostra la profonda
assonanza tra la nostra mente, i prodotti della mente e le regole
dell’Universo, giustificabili finalmente con le regole dell’Universo stesso.
Complimenti professore e grazie per questa sua opera!
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