giovedì 16 agosto 2012

11 Quando ha avuto origine l’asimetria?


11    Quando ha avuto origine l’asimetria?



Dobbiamo rifarci a 13,7 miliardi di anni fa (13.700.000.000 = 13,79) quando, secondo le stime attualmente validate, è iniziato l’Universo ed il Tempo, cioé 300.000 anni dalla singolarità del Big-Bang: la Complessità inizia da quell’istante, dalla perdita di simmetria, e possiede come parametro intrinseco la dimensione ed il fattore tempo. 



L’assoluta simmetria che caratterizzava inizialmente quella singolarità si è infranta ed è nata la Complessità; questa non è una supposizione, ma è il risultato di fatti scientificamente documentati, riguardanti la radiazione cosmica di fondo: la così detta radiazione fossile, di cui ora mi accingo a raccontarvi come dalla rete di ipotesi, conoscenze, studi e traversie, si è arrivati alla sua evidenza e dimostrazione. Voglio raccontarvi come si è giunti a poter affermare che la complessità ha avuto inizio subito dopo i primi istanti dalla nascita dell’Universo. E poi dobbiamo considerare come la rete delle acquisizioni del sapere, delle conoscenze, delle diverse e molteplici situazioni iniziali hanno fatto emergere le verità altrimenti non evidenti. La conoscenza, il sapere rende facile, comprensibile qualsiasi dinamica e struttura; viviamo infatti in un mondo del quale conosciamo solo ciò che vediamo, sentiamo e la semplice realtà che a tanti può bastare, a molti no: molti chiedono il significato delle cose, le verità sottese e profonde, che solo l’insieme delle conoscenze o l’intuizione di menti superiori, per caso o per fortuna che, dopo continuo studio, fanno emergere l’essenza, chiarendo con semplicità il perché degli avvenimenti, delle forze, in definitiva ampliando il significato della realtà. E questo è il caso della nascita della complessità, di cui ora mi accingo a raccontarvi i risvolti ancora poco conosciuti. 



L’Universo era considerato stabile ed immutabile fin a quando, negli anni venti, Edwin Hubble [1] notò che la luce proveniente dalle galassie lontane era spostata verso il rosso. Era l’effetto Doppler [2] traslato dall’acustica all’ottica. Ognuno di noi ha avvertito la differenza del suono di un automobile: quando si avvicina velocemente produce un suono acuto, che aumenta di intensità, finché si allontana, producendo un suono più cupo, che si affievolisce. Questo strano, ma comunissimo effetto, è comune, e vale anche per le onde luminose, solo che, per la velocità limitata del fenomeno alle nostre dimensioni, non ce ne accorgiamo. La variazione che risulta simile a quella che si verifica con le onde sonore viene valutata invece dalla variazione dello spettro verso il rosso, quando una stella si allontana, o verso il blu quando si avvicina, avendo come punti di riferimento le linee di Fraunhofer (pag 54 e pag 55). 

Poiché le galassie più lontane si spostano con velocità maggiore, questo dato ci fa comprendere che l’Universo si sta espandendo; ma stranamente Hubble, che osservò e descrisse il fenomeno, non lo mise in relazione all’espansione dell’Universo. In seguito, poiché il rapporto tra velocità di allontanamento e la distanza è costante (legge di Hubble), si è potuto calcolare l’inizio di questa espansione cioè la singolarità, definita poi come Big-Bang, causa dell’inizio del movimento. 

Per anni “il modello standard”, proposto dal russo Aleksandr Fridman [3] e dal cosmologo gesuita Geaorges Lamaitre [4], fu l’ipotesi cosmologica maggiormente condivisa, che attestava l’Universo essere in continua espansione per l’inerzia impressagli dal Big-Bang. Ma la velocità di questa espansione risultava da alcuni studi essere in calo per effetto dell’attrazione gravitazionale della materia, tanto da far supporre che in futuro non solo sarebbe terminata, ma avrebbe addirittura cambiato verso, contribuendo al collasso dell’Universo e fu allora proposto il termine Big-Crunch, teoria che aveva trovato credito, dando una speranza di rinnovamento, che dal collasso dell’Universo, potesse poi svilupparsi un Universo migliore! Nel 1998, misurazioni più accurate su galassie lontane hanno invece dimostrato che l’espansione dell’Universo non solo non diminuisce ma è in aumento, e che questa forza espansiva incrementa con la distanza, contrariamente a quanto accade per quella gravitazionale, che notoriamente si riduce con la lontananza. In base a questi studi sappiamo che l’Universo ha avuto origine 13,7 miliardi di anni fa (13.700.000.000 = 13,79) dal Big-Bang. 

Generalmente si crede che il grande botto sia stato simile ad un’esplosione, che ha proiettato tutta la materia nello spazio; ma dobbiamo considerare che in quell’istante ha avuto origine non solo la materia e il tempo dell’Universo, ma anche lo spazio stesso, e che da allora continua a dilatarsi come un palloncino, in modo che tutte le galassie uniformemente distribuite si allontanato le une dalle altre in tutte le direzioni all’infinito. Lo spazio tra una galassia e l’altra si espande e di conseguenza la distanza nel tempo aumenta. Per chiarire ciò che avviene dobbiamo avere a mente che ogni bambino, quando gonfia le bolle di sapone, crea di volta in volta con meraviglia, tanti universi senza saperlo. La nascita dell’Universo può essere paragonata infatti ad una bolla che si gonfia, e le figure di colori evanescenti ed eleganti della sua superficie, che ci incantavano, sono simili alle galassie, che si allontanano le une dalle altre. L’universo, piatto, si sta espandendo alla velocità di 70 Km al secondo/Mpc (megaparsec [5]) e l’espansione, come detto, sta accelerando, e la materia che si era formata dal brodo primordiale man mano si raffreddava. 

Dopo tre minuti si erano formati gli atomi di Elio e di Idrogeno. La forza di gravità ha determinato la formazione di strutture sempre più complesse: le prime stelle e le galassie (200 anni dopo il Big-Bang). Poi con l’esplosione delle prime supernove si sono formati gli elementi più pesanti. Il nostro sole è nato 5 miliardi di anni fa; ed il nostro pianeta dopo un miliardo di anni. E la vita 3,5 miliardi di anni fa. 

Questa storia: l’inizio dell’universo e la sua evoluzione, è meno divertente di quello dei miti, delle mucche, delle uova e delle trote tirate in ballo dalle mitologie dei diversi popoli (Pag. 46), ma é comunque oltremodo affascinante, tanto più che è avvalorata da evidenze scientifiche, inserite nelle teorie dell’Inflazione ed in quella della Grande Unificazione. 

I punti salienti della dinamica espansiva del nostro universo possono essere brevemente e superficialmente così riassunti: da una dimensione di miliardi di volte più piccola di un protone, in un istante si è giunti alla dimensione di un pallone di calcio “nel campo di Higgs” [6], chiamato Inflatone. In qull’istante è stata liberata uniformemente una radiazione che ha originato coppie di particelle e di antiparticelle che si sono vicendevolmente annichilite; in quel momento, prendendo a prestito dai racconti delle fiabe la ripetuta frase: “il diavolo ci mise la coda”(!), si determinò la rottura della simmetria tra la materia e l’antimateria. Qualcuno, a questo punto potrebbe obbiettare: “Ma chi l’ha detto?” Per completezza devo aggiungere che nel 1980 la violazione della simmetria [7] è stata riscontrata sperimentalmente in forma indiretta nel Kaone neutro [8], e l’esperimento ha costituito il merito per cui a James Cronin e a Val Field fu insignito il Nobel per la fisica [9]

Nella progressiva espansione dell’Universo, paragonabile a quella di un neonato in cui si distingue il tempo dei primi dentini, la capacità a sollevare la testolina, a gattonare ed a muovere i primi passi, si distinguono le varie ere: quella di Plank in cui le quattro forze fondamentali erano associate ed indistinte; quella della Grande Unificazione, nella quale la gravità fu esclusa; quella Elettrodebole, quella degli Adroni, quella della Nucleosintesi, caratterizzata dalla formazione dei nuclei atomici di Elio e Deuterio, quella dell’Opacità, 200 secondi dal Big Bang nella quale si sono formati i primi atomi di idrogeno, elio e litio; quella della Materia in cui l’Universo già raggiunse, dopo 300.000 anni, il diametro di 100 milioni di anni luce e che è finalmente è osservabile con i nostri occhi studiando la radiazione cosmica di fondo, documentando la fine della simmetria e l’inizio della Complessità nell’Universo. 

L'evento cruciale di quell'epoca fu che l'universo, fino ad allora opaco, divenne trasparente alla luce, permettendo ai fotoni di propagarsi liberamente in virtù del fatto che gli elettroni ed i protoni, ormai legati fra di loro per formare gli atomi di idrogeno e di elio, non intralciavano più la libera circolazione dei fotoni. Fiat Lux. Questi fotoni sono responsabili della luce "fossile" dell'universo, quella luce che oggi noi vediamo sotto forma di Radiazione Cosmica di Fondo a Microonde (CMBR [10]), che ci fornisce l'immagine più antica dell'universo, quando compiva i 300.000 anni dalla sua nascita! Studiando la distribuzione dell'intensità della CMBR nel cielo possiamo risalire alla distribuzione della materia dell'universo di allora, dopo circa 300.000 anni dal Big Bang. Come si giunti ad individuare questo primo bagliore universale? 

Nel 1965 fu messo in orbita il primo satellite artificiale per le telecomunicazioni, il satellite Echo, che presentava problemi di notevole rilevanza dovuti allo specchio o al ricevitore della grande antenna ricevente, che produceva un continuo e fastidioso ronzio. La Bell Thelephone incaricò Arno Allan Ponzias e Robert Woodrow Wilson [11], due giovani fisici per risolvere il problema. I due, dapprima pensarono che il disturbo fosse dovuto ad una radiotrasmittente nei paraggi, ma l’ipotesi fu subito scartata, perché il rumore di fondo proveniva da ogni direzione ed era causato da onde elettromagnetiche di lunghezza di 7,35 centimetri di lunghezza, analoga a quella emessa da un corpo freddo; i due pensarono persino che la causa risiedesse nei residui organici dei colombi, che utilizzavano la grande antenna come dimora! Il problema purtroppo continuava a sussistere, tanto che si rivolsero a due radio-astronomi dell’università di Princeton Robert Dicke e James Peebles, che stavano progettando una strumentazione idonea a captare una supposta radiazione: la voce del Big-Bang, che avrebbe dovuto permeare l’universo secondo la previsione ipotizzata nel 1948 da Gorge Gamow [12]; l’astronomo che considerava l’universo il risultato di una immane esplosione: il poi dimostrato Big Bang. Dopo appena 280 mila anni dal “grande botto” l’espansione della fase di inflazione dette origine ad una nuvola incandescente primordiale, che presentava già delle disomogeneità dando origine alle galassie ed alle protostelle. La non uniforme temperatura di quell’ammasso indistinto è attualmente documentata dalle variazioni di calore (all’ordine dello 0,001%) dell’attuale temperatura della radiazione cosmica di fondo misurata dalla sonda Wmap [13] della Nasa. 

La cosiddetta radiazione di fondo a 3 K o radiazione fossile a microonde documenta che sin da allora era presente la contingenza, come elemento costitutivo e formativo del divenire dell’Universo. 

Le onde elettromagnetiche della radiazione dell’Universo nei suoi primi istanti di vita dovevano essere cortissime, ma l’espansione dell’Universo le ha rese più lunghe, e, quando la temperatura in seguito all'espansione cosmica, diminuì fino al valore di circa 3.000 gradi kelvin, la radiazione corrispondente non aveva più l'energia sufficiente per staccare gli elettroni dai protoni e pertanto si poterono formare i primi atomi stabili dell'idrogeno. Da quel momento la radiazione, finalmente svincolata dalla materia, prese a viaggiare liberamente nello spazio. 

Se non ci fosse stata la dilatazione dell'Universo, oggi l’Universo sarebbe caldissimo e vedremmo di giorno e di notte il cielo illuminato da quella luce abbagliante, che si liberò dalla materia il giorno in cui raggiunse la temperatura di 3.000 K. Invece quella radiazione non è più visibile attualmente, perché l’onda elettromagnetica corrispondente si è allungata di molto fino a diventare un’onda radio di 7,35 cm. 

Come tutti sanno, ogni corpo, quando viene riscaldato al di sopra di una certa temperatura, emette luce. Se la temperatura non è sufficientemente alta, il corpo non emette luce però da esso fuoriesce lo stesso dell'energia, che viene percepita sotto forma di calore. Sia la luce sia il calore, che fuoriescono dai corpi caldi sono tipi di energia appartenenti alla gamma delle cosiddette «radiazioni elettromagnetiche», che si propagano alla velocità della luce. La lunghezza di queste onde è molto variabile e va da pochi nanometri (miliardesimi di metro) a molti kilometri (migliaia di metri). Le più corte sono i raggi gamma, e sono molto energetiche, mentre quelle più lunghe sono le onde radio e sono poco energetiche. E noi con i nostri occhi, rivelatori limitati di onde elettromagnetiche possiamo percepire solo una piccolissima banda e precisamente quella compresa fra i 720 nanometri e i 400 nanometri: la cosiddetta «finestra ottica» elettromagnetica, ossia la luce. 

Quando guardiamo il cielo di giorno ci appare blu, dipinto di blu, perché la luce proveniente dal sole colpendo le molecole dell’atmosfera si diffonde in tutte le direzioni ed il colore che percepiamo é dovuto alla diffusione delle onde elettromagnetiche. 

Il colore azzurro del cielo è pertanto il risultato dell’interazione tra la radiazione e le molecole e prende il nome di diffusione e che consiste nella dispersione della radiazione in tutte le direzioni. La diffusione avviene quando la radiazione luminosa incide su materia i cui costituenti sono separati tra loro da distanze maggiori della lunghezza d'onda della radiazione. 

Ad esempio l'alone luminoso che si osserva attorno ad una lampadina nelle sere di nebbia è proprio causato dalla diffusione della luce da parte delle goccioline di acqua, che sono i costituenti elementari della nebbia. In questo caso la radiazione proveniente dalla lampadina viene diffusa dalla nebbia in tutte le direzioni. Lo stesso meccanismo avviene anche per la luce solare nell'atmosfera terrestre a un'altezza indicativa di un centinaio di chilometri dal suolo. A quelle altezze, infatti, gli atomi e le molecole dell'atmosfera sono abbastanza distanti tra di loro da permettere il meccanismo della diffusione, che è tanto più efficiente quanto minore è la lunghezza d'onda della radiazione incidente. In altre parole, la luce blu viene diffusa maggiormente della luce rossa. Perciò la luce azzurra che noi vediamo nel cielo é proprio la luce blu diffusa dall'alta atmosfera terrestre. Anche la colorazione rossastra del cielo all'alba e al tramonto è determinata dalla diffusione; ma in questi casi la diffusione non è prodotta nell'alta atmosfera terrestre, ma dalle polveri, goccioline e aerosol presenti nella bassa atmosfera, sino a 10-15 chilometri d’altezza sul livello del mare. Ciò che accade è che l'alta atmosfera terrestre diffonde la luce blu, mentre le polveri e le goccioline danno origine alla diffusione della luce rossa lasciata passare dall'alta atmosfera. Questo effetto è evidente al mattino e alla sera perché in questi due momenti della giornata la luce del Sole percorre nell'atmosfera tragitti obliqui più lunghi per arrivare fino a noi. Una prova indiretta dell’effetto delle polveri e goccioline avviene quando l'atmosfera è particolarmente tersa e limpida, allora i tramonti non sono molto rossi, viceversa quando l'atmosfera è particolarmente ricca di polveri e di goccioline i tramonti sono particolarmente accesi e belli. Nel 1991 dopo l’esplosione del vulcano Pinatubo [14] per molti mesi vi furono tramonti particolarmente suggestivi, a causa dell'aumentata percentuale delle polveri espulse nella media e bassa atmosfera. 

Di notte, in mancanza dei raggi solari il cielo appare nero e riusciamo a veder le stelle, che tanto inteneriscono il cuore. Dalla luna la visione del firmamento è invece identica sia di notte che di giorno per la mancanza dell’atmosfera. 

Ma torniamo alla terra e poniamoci la domanda che tanti bambini ci hanno posto: come mai il cielo di notte in presenza di milioni e milioni di stelle anche se lontane non si rischiara? Sappiamo che la luce in termini matematici diminuisce con il quadrato della distanza dalla sorgente. Poiché l’Universo era interpretato come infinito e la densità delle stelle era considerata costante in tutte le direzioni e in tutti i suoi volumi il loro numero avrebbe dovuto crescere con il volume considerato e in termini matematici con la terza potenza della distanza: si raddoppia la distanza e il volume cresce di otto volte. Associando queste due semplici considerazioni matematiche: poiché la luce decresce di un parametro tre con la distanza ed il numero delle stelle cresce con un parametro quattro di quanto cali la luce complessivamente, la loro luminosità dovrebbe prevalere ed essere infinita e di notte il cielo dovrebbe apparire come una cupola splendente. Ma questo non avviene e rappresenta l’essenza del paradosso di Olbers che viene giustificato solo da motivi cosmologici, cioè dal fatto che l’Universo è erroneamente definito infinito, mentre realmente è finito, ma in continua e progressiva espansione. Studi recenti [15] considerano l’Universo piatto con l’età di 13,7 miliardi di anni, che si sta espandendo a 70 Km al secondo per megasperk (13,26 milioni di anni luce) e la sua espansione sta accelerando; l’Universo è costituito dal 20% di materia oscura, dal 76 % di energia oscura e dal 4% di atomi (di cui lo 0,1 – 1% da neutrini). Il problema cosmologico attuale è rappresentato, secondo Michele Turner dell’Università di Chicago, da cosa contribuisce all’unità delle strutture cosmiche: la materia oscura – nuova forma di materia - e l’inflazione che contribuisce alla sua dinamica. 

Per ottenere le immagini ad alta risoluzione di questa radiazione "fossile", la Nasa nel 1990 ha lanciato il satellite COBE che ha messo in evidenza lievi disomogeneità nella radiazione di fondo, documentando variazioni di temperatura (circa 10 parti per milione) nelle varie direzioni dello spazio. La mappa del cielo così realizzata ha rivelato i primi importanti indizi sul processo che nel tempo ha determinato la distribuzione della materia nell'universo; nei primissimi momenti successivi al Big Bang, a causa della rapida espansione inizia il raffreddamento ed iniziano a comparire le prime particelle elementari (una "zuppa" di quark, elettroni e neutrini), mescolate a un bagno di fotoni (i "granuli" della luce), e a questo punto, grazie alle recenti acquisizioni della fisica delle particelle elementari, gli astrofisici sono in grado di poter raccontare l'evoluzione precisa degli eventi: man mano che l'universo si raffredda, nascono strutture sempre più complesse, fino alla formazione dei primi nuclei atomici di idrogeno e di elio. 

Questo accade quando l'universo ha un'età di circa 300.000 anni. Il "brodo" primordiale presentava minime fluttuazioni di densità, sufficienti a influenzare la temperatura dei fotoni. Infatti, laddove la materia risultava essere lievemente più densa, la luce (dunque i fotoni) in espansione ha perso maggior energia per vincere la forza gravitazionale più intensa, e di conseguenza ha provocato un certo raffreddamento. Questo il motivo per cui tali regioni del cielo osservato nelle microonde, ci appaiono oggi leggermente più fredde della media. Al contrario, nelle regioni meno dense questo effetto è stato meno importante, determinando temperature dei fotoni leggermente superiori alla media e quindi zone di cielo più calde. Ecco quindi come queste piccole differenze nella distribuzione iniziale della materia, amplificate dagli effetti della forza gravitazionale, hanno prodotto l'architettura dell'universo di oggi: almeno cento miliardi di galassie raggruppate in giganteschi ammassi e "muraglie" attorno a enormi spazi vuoti. Possiamo definire questo evento come il primo effetto farfalla nella storia dell’Universo. 

Dopo 200 milioni di anni dal Big Bang la forza gravitazionale (la grande esclusa dal quartetto iniziale delle forze) ha determinato l’aggregazione della materia e la nascita delle prime stelle in cui si è innescata la fusione nucleare e la formazione successiva degli atomi d’ossigeno, di ferro e di azoto. 

Mentre l’Universo continuava la sua espansione il collasso gravitazionale delle stelle, come vedremo, dava origine ad altre strutture cosmiche: i buchi neri. E l’espansione continuava accelerando la sua dinamica per la presenza non visibile, ma dimostrata dell’Energia Oscura. 

L’Universo attuale è il risultato di tutte le dinamiche avvenute in tredicimilasettecento miliardi di anni dalla singolarità iniziale del Big-Bang, durante i quali, complice la complessità e l’auto-organizzazione è stato modellato il nostro Universo, il nostro mondo e la vita. La disomogeneità della mappa della radiazione cosmica di fondo documenta che sin da allora era presente la contingenza come elemento costitutivo e formativo del divenire dell’Universo. 

Poiché la trattazione dell’argomento”Universo” è oltremodo vasta e complessa dovendo essere affrontata da molteplici punti di vista e su piani cognitivi diversi per evitare in primis di perdermi, ma soprattutto per evitare che la vostra curiosità venga meno, voglio argomentare questa storia “universale” iniziando col dirvi che, benché oggettivamente questa storia iniziata miliardi di anni fa sia conclusa e progredisca, attualmente ai nostri occhi presenta un’infinità di lati oscuri da chiarire e da scoprire, primi fra tutti la materia oscura e la forza oscura. Mi si perdoni la necessaria e significativa ripetizione! 

A questo punto devo fare una precisazione iniziale: l’Universo, per semplicità espositiva viene da me suddiviso in universo astronomico di Einstein, in quello del nostro mondo, che già ho definito della “terra di mezzo” ed in quello dell’universo atomico e subatomico dei quanti. Ovviamente questa è una suddivisione schematica, la realtà in cui siamo immersi è sì quella della “terra di mezzo”, ma siamo anche spettatori e compresi nell’universo astronomico, e formati da quello dei quanti, che ci appartiene” visceralmente” e che, come vedremo, segue leggi talmente diverse da quelle della fisica classica, newtoniana da sembrare appartenere al un altro mondo. E qui voglio anche anticipare, ma forse è solo una mia immaginazione, che le leggi del mondo dei quanti potrebbero far capolino in maniera sfumata, ma non tanto, nella nostra realtà quotidiana; considerazione derivante, come vedremo in seguito, dall’assonanza esistente e scientificamente provata tra le leggi dei quanti riguardante la condensazione di Bose-Einstein e le caratteristiche comportamentali delle regole che si manifestano nella realtà della conduttività delle reti ad invarianza di scala (delle reti dinamiche) della nostra “terra di mezzo” e mi riferisco alla fitness (pag. 158). Esiste poi un altro punto che vorrei sottolineare: quello riguardante la matematica, che come vedremo, rappresenta l’essenza della fisica e di tutte le scienze, potendo essere definita come una griglia strutturale, base dell’intero universo. 

La matematica è un’entità che sovrasta anche il tempo collocandosi su un piano superiore perché capace di definirlo e controllarlo; di contro il tempo non esercita alcuna influenza tale da interferire o modificare la matematica. Questa considerazione dà sostegno all’espressione, pronunciata in termini perentori da Pitagora, che esclamò: “Tutto è numero”. 

E, ritornando alla possibile e sfumata influenza del mondo dei quanti nella nostra realtà, considererei anche la contingenza come espressione della strutturazione matematica dell’indeterminazione di Heisenberg della nostra “terra di mezzo”.



[1]Edwin Hubble Più di qualunque altro astronomo Hubble ebbe un ruolo determinante nel dare forma alla concezione - oggi comunemente accettata - di un universo in continua espansione, popolato da una moltitudine di galassie.

  

[2]L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d’onda che dipende dalla posizione dell’osservatore rispetto alla sorgente o viceversa.

[3] Aleksandr Fridman propose una soluzione alle equazioni di campo della relatività generale riguardo all'espansione dell'universo, provata in seguito dalle osservazioni di Edwin Hubble del 1929. Fu un precursore del suo tempo, le sue scoperte si rivelarono esatte.

[4] Geaorges Lamaitre Nel 1927, indipendentemente dal lavoro di Alexander Friedmann, ipotizzò che l'universo è in espansione.

[5] Mpc è un'abbreviazione di megaparsec, cioè un milione di parsec, dove un parsec corrisponde a 3,26 anni-luce.

[6] Il campo di Higgs innanzitutto non è un campo di calcio(!) , ma è “ il meccanismo” che conferisce la massa a tutte le particelle elementari..Tale campo e' responsabile della resistenza che ogni particella (atomo,elettrone, quark etc) deve esercitare per muoversi (come la viscosita' del miele che frena un oggetto). Il campo di Higgs riempie tutto lo spazio e non c'e' modo di isolarlo.

[7] Sozzi M.S. “Discrete Symmetries and CP violation”. Oxford Univ. Press 2008

[8] I kaoni neutri secondo il Modello Standard sono costituiti da miscele simmetriche ed antisimmetriche delle combinazioni di quark down-antistrange e antidown-strange.

[9]James Cronin e  Val Field premi Nobel per la Fisica nel 1980. Sono stati i primi  a osservare le leggi di natura che operano in modo diverso su materia e antimateria Hanno rilevato che materia e antimateria non sono sempre conformi alla conservazione di CP (C=simmetria di coniugazione di carica; P=Simmetria di parità).

[10] CMRB = Cosmic Microwave Background Radiation.

[11] Vincitori del Premio Nobel per la Fisica nel 1978.
[12] Eclettico fisico Ucraino e strenuo sostenitore della teoria del Big-Bang. Predisse l’esistenza della Radiazione cosmica di fondo.

[13] map.gsfc.nasa.gov

[14] Vulcano attivo nell’isola di Luzon nelle Filippine che nel giugno 1991 eruttò ceneri e polveri che causarono una diminuzione di mezzo grado Celsius ed una crescita sostanziale del buco dellìozono.

[15] Science 5 gennaio 2007

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