5 Struttura e dinamiche della complessità
Viviamo immersi nella natura, in un mondo affascinati ad ogni sguardo dai suoi colori e dalla sua bellezza, spettatori attoniti dei cambiamenti e dal mutevole evolversi degli eventi, appagati per la crescita di un raccolto, impauriti dall’avvicinarsi di un tornado o atterriti dalle improvvise scosse di un terremoto; insieme a compagni di viaggio simili, ma diversi da noi stessi ed individualmente unici nel mondo caratterizzato dalla diversità, dalle qualità e dalla variabilità degli eventi, ma soprattutto dallo scorrere del tempo, cioè dalla storia: queste le caratteristiche che impregnano ogni episodio ed ogni struttura: il tempo è la nostra gabbia, il nostro limite.
Il mondo subatomico invece sembra diverso, tristemente egualitario: i suoi costituenti, gli elettroni o i fotoni ad esempio, sono tutti identici tra loro, non colorati, senza differenze, intercambiabili: un mondo monotono in cui prevale solo la quantità e le cui leggi sono tristemente valide ed immutabili nel tempo e nello spazio (questa valutazione potrebbe dipendere dal nostro punto lontano della scala di osservazione); ciononostante nel mondo subatomico il tempo non produce alcuna influenza, come se per i costituenti degli atomi il tempo non esistesse, infatti tutti gli atomi del nostro corpo esistono da tredici miliardi e settecento milioni di anni dal fatidico Big Bang! Ciò che conta è la quantità, che caratterizza la diversità degli elementi di cui fanno parte. Anche nelle cosiddette scienze esatte del nostro mondo: nella fisica e nella chimica, i principi generali sono quasi sempre immutabili nel tempo e nello spazio, a differenza di quanto accade nelle scienze naturali: nella geologia, nella genetica e nella biologia, nelle quali l’evoluzione e la storia rappresentano un fondamento basilare: in queste scienze il tempo è elemento essenziale, che, unito all’imprevedibilità della sequenza degli avvenimenti, impedisce di poter desumere leggi univoche e costantemente valide.
Come, e non ancora, è cognizione comune che tutte le dinamiche naturali sono complesse e traggono origine da un avvenimento inserito nel tempo, che si ripercuote nel futuro come il famoso battito d’ali di una farfalla, che può determinare a migliaia di chilometri e differito nel tempo un tifone spaventoso; il battito d’ali impercettibile rappresenta la firma storica di una sequela di dinamiche imprevedibili e di vicende, che il compianto biologo evoluzionista Stephen Jay Gould aveva etichettato come contingenza [1].
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[1] Contingenza = termine coniato da Stephen Jay Gould in “La vita meravigliosa”. Ed Feltrinelli 1990. pg 290-91
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