giovedì 16 agosto 2012

9 Dinamiche deterministiche e dinamiche caotiche






Le lastre di pietra della via Appia alle falde del Vesuvio solcate da mille e mille ruote dei carri degli antichi romani e poi sepolte dalle ceneri del Vesuvio sono rimaste simili per più di 2000 anni nello stesso incrocio. 



Una foglia strappata dal freddo vento volteggia nell’umido pomeriggio autunnale. 

Ogni situazione, ogni avvenimento possono essere espressi sia in termini figurati che matematici; il che non significa che la sorpresa del ritrovamento della strada dissepolta o la poesia che avvertiamo nelle eleganti volute della foglia diminuiscano; sono solamente avvertite – purtroppo non dai più - in una diversa dimensione da assaporare, a secondo della sensibilità e della cultura individuale. 

I fenomeni fisici possono presentare due tipologie dinamiche: quella deterministica, in cui l’equazione del moto è lineare in quanto la sua dinamica, conoscendo la causa che la determina, si comporta in modo prevedibile; è questa – grosso modo – la dinamica a noi familiare dell’universo newtoniano, dell’universo ad orologeria, che generalmente conosciamo e frequentemente, ma erroneamente, consideriamo essere propria di tutte le dinamiche naturali. Il considerarle deterministiche ci dà sicurezza, ma in realtà le dinamiche naturali, che speriamo poter essere prevedibili, raramente lo sono, infatti nella loro totalità (anche lo stesso moto degli astri), pur essendo genericamente deterministiche, non solo non sono lineari, cioè non prevedibili, ma sono strettamente dipendenti dalle condizioni iniziali: cause impercettibili sono foriere di imprevedibili conseguenze. La rappresentazione grafica della dinamica non può essere esplicitata da una retta su di un piano, in un asse cartesiano, ma può essere riassunta da un punto che rappresenta in un istante la convergenza dei diversi piani dello spazio delle fasi, ovvero di tutte le diverse dinamiche esplicitate su ciascun piano: punto che rappresenta la sommatoria di tutti gli eventi che contribuiscono al determinismo della dinamica; questo punto, nel tempo, posto in uno spazio tridimensionale, disegna una linea che rappresenta l’attrattore del sistema, ovverosia l’evoluzione e la dinamica dell’evento. Queste poche righe non devono assolutamente spaventarvi, perché, per la risoluzione delle problematiche qui poste in evidenza, sono occorsi più di trecento anni di studi approfonditi e di amare sconfitte per scienziati col cervello sicuramente al di sopra della media, prima di poter essere risolte; la mia speranza è di farvele comprendere in poche righe! 

Questa la storia: la storia del problema dei tre corpi, che é iniziato quando Newton [1] affrontò il quesito dell’orbita di un corpo celeste sottoposto all’attrazione di un secondo corpo; nella sua opera principale nel “Philosophie naturalis principia matematica” [2], l’ordinatore dell’Universo risolse brillantemente il problema: l’orbita non poteva essere che ellittica, iperbolica o parabolica. Ma il problema si complicò nel momento in cui lo scienziato volle affrontare lo studio dell’orbita della luna, il terzo corpo, considerando nelle sue equazioni le reciproche attrazioni della terra e del sole sul nostro satellite. Questa complessità costituì l’irrisolvibile problema dei tre corpi, che non potendo essere risolto, amareggiò a tal punto Newton da farlo allontanare definitivamente dagli studi astronomici e indurlo ad abbandonare la prestigiosa cattedra di Cambridge! Sconfitto dalla Luna, svolse poi un incarico direttivo alla zecca di Londra, forse anche per il fascino del “vil denaro”! Non fu il solo studioso ad essere sconfitto: nei lustri a venire Leonard Eulero [3], Joseph-Louis Lagrange [4] e Pierre Simon Laplace [5]: uno dopo l’altro fallirono nel tentativo di risolvere lo stesso problema. E dopo più di cento anni Henri Poincarè [6], l’antesignano degli studi sul caos, propose un metodo del tutto originale per risolvere l’annosa questione. La affrontò abbandonando lo spazio a tre dimensioni a noi familiare e si pose in uno spazio astratto e virtuale a più dimensioni: lo spazio delle fasi; immaginò per ogni corpo oltre le tre dimensioni classiche, anche le tre coordinate delle velocità e cioè per ogni corpo sei piani diversi, che sommati ai restanti dodici dei due corpi rimanenti, gli fece concepire uno spazio a diciotto dimensioni, tutte rappresentate da un unico punto, che nel tempo percorre e disegna l’attrattore [7], essenza riassuntiva della dinamica complessiva del sistema. La stranezza e la magia di un attrattore strano [8] consiste nella capacità unica di abbinare due concetti antitetici: l’ordine e l’imprevedibilità: in uno spazio finito, l’infinito! 

Per risolvere matematicamente i problemi delle dinamiche caotiche anche i più potenti elaboratori, che riescono ad eseguire miliardi di operazioni al fed-secondo, falliscono; ciononostante, con margini approssimativi riescono ad indicare una certa e a volte utile soluzione. Recentemente Charles Menevau della John Hopkins University ha elaborato per alcuni modelli di turbolenza una nuova equazione [9], che permette di descrivere in maniera semplificata l’intermittenza, complessa caratteristica della turbolenza. L’intermittenza, fenomeno tipico di tutti i moti turbolenti, è la comparsa di improvvisi e bruschi cambiamenti di velocità del flusso in alcune regioni del fluido in movimento. Con questa equazione, si spera, i moti turbolenti in campo meteorologico, nell’astrofisica ed in ingegneria potranno essere, se non risolti totalmente, chiariti e modificati. Quel fastidioso e improvviso gorgoglio che a volte avvertiamo nelle tubazioni delle nostre case potrà anche essere finalmente eliminato! 

La complessità è caratterizzata dall’assenza di simmetria; anche se al suo interno possono esistere isole di ordine e di simmetria. Ma cos’è la simmetria?



[1] Newton, Isaac (1643 - 1727) Fisico, matematico e astronomo inglese. Allievo al Trinity College di Cambridge di I. Barrow, gli succedette alla cattedra di matematica (1669); presidente della Royal Society di Londra (1703), deputato al parlamento, è la figura centrale della scienza occidentale del sec. XVIII; esercitò enorme influenza sul pensiero scientifico.

[2] Presentato alla Royal Society di Londra nell’aprile del 1686 e pubblicato l’anno seguente ove enuncia le leggi di gravitazione universale e le equazioni di moto cardini del determinismo che hanno rappresentato per più di due secoli i binari dell’evoluzione scientifica.

[3] Eulero (Leonhard Euler) (1707 - 1783) Matematico svizzero. Allievo di Johann Bernoulli, a cui succedette nella cattedra di matematica dell’Accademia di San Pietroburgo ove, nonostante la forma di cecità progressiva che lo aveva colpito, divenne direttore dell’Accademia. Si dedicò agli studi matematici in quasi ogni branca delle scienze e la sua produzione scientifica è amplissima (866 tra saggi e trattati).

[4] Lagrange, Joseph Louis de, (1736 - 1813). Matematico francese di origine italiana. Docente alla Regia Accademia di artiglieria e genio di Torino, fondò un’associazione scientifica che sarebbe poi divenuta l’Accademia delle Scienze di Torino. Insegnò all’Accademia delle Scienze di Berlino, occupandosi di fisica matematica. Su invito di Luigi XVI, divenne presidente della Commission des poids et mesures, partecipando alla formalizzazione del sistema metrico decimale. Nella sua opera fondamentale, Meccanica analitica (1788), elaborò una teoria per l’unificazione della meccanica e la sua trattazione su basi analitiche.

[5] Laplace, Pierre Simon de (1749 - 1827) Matematico, astronomo e fisico francese. Personaggio geniale ed eclettico, fu membro dell’Accademia delle Scienze (1773). Ministro degli interni con Napoleone, poi vicepresidente del senato (1803), fece parte della commissione per la scelta del sistema metrico decimale. Teoria di Laplace Complesso delle concezioni di fisica classica per cui è possibile, note le condizioni di un sistema fisico a un dato istante e le azioni cui esso è sottoposto, prevedere gli stati futuri e desumere quelli remoti. Il punto di vista di L. costituisce il perfetto enunciato del “determinismo assoluto” della meccanica classica.

[6] Poincaré, Jules-Henri (1854 - 1912) Matematico ed epistemologo francese. Docente alla Sorbona dal 1881, lasciò negli oltre 30 volumi e 500 memorie la testimonianza della sua opera feconda in matematica, geometria e nella loro applicazione in tutte le branche della fisica. Contribuì allo sviluppo della teoria delle equazioni differenziali, fu tra i fondatori della topologia. In astronomia risolse il problema dei tre corpi (1889) facendo uso per la prima volta del calcolo delle variazioni, applicò alla meccanica celeste il concetto di equilibrio delle masse fluide in rotazione ed enunciò una teoria sull’origine dei pianeti.

[7] E’ la rappresentazione grafica  nello spazio e nel tempo di un qualsiasi sistema dinamico.

[8] Esistono diversi tipi di attrattore: a punto fisso, del ciclo limite, del toro limite e l’attrattore strano che é un frattale.

[9] Physical Rewiev Letters  14 ottobre 2005.

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